Accanimento terapeutico

DEFINIZIONE: Eccesso nelle cure, quando queste non hanno una reale utilità o quando sottopongono il paziente a eccessiva sofferenza, considerando che sono le cure a essere inutili, mai la persona curata.

 

Excessive insistence in useless therapies or with an unbearable burden for the patient; it is the intervention to be useless, not the person who undergoes the intervention.  

 

La definizione di accanimento terapeutico in 3 punti:

 

 

Realismo

Per accanimento si intende una insistenza cocciuta ; viene dall’espressione «ad canem», cioè «alla stregua di un animale». L’accanimento ha in sé qualcosa di insensato, animalesco, stando all’etimologia del termine, ma bisogna star attenti: vi può essere un accanimento buono o cattivo, a seconda delle intenzioni.

 

La ragione

Un accanimento quando le terapie sono inutili è giusto? Per rispondere bisogna sapere cosa significa terapia, e ricordarsi che la terapia deve avere un fondamento razionale. Bisogna ricordare allora un assioma: non è terapia se non cura. Quindi il termine «accanimento terapeutico» è una contraddizione in termini, un ossimoro: accanirsi quando non serve o addirittura fa male è un accanimento cattivo, non è razionale dunque non è terapeutico. Ma difficilmente ci sarà un medico che si accanisce a curare quando è chiaro che non serve. Il problema è che qualche volta sorgono diverse risposte alla domanda: «Quando curare non serve più?» e qualcuno risponde: «Quando la vita del malato ha una qualità che non merita di essere prolungata continuando a curare la sua malattia»: in questo caso si scivola facilmente in un gioco molto soggettivo per decidere quale è il livello di qualità di vita sotto cui non meriti essere curati. Può anche esistere l’accanimento diagnostico, cioè l’eccesso in accertamenti e ricoveri, talora inutili, fatti al fine di preservarsi da alcun rischio di accuse di trascuratezza anche quando si è nella certezza che il paziente abbia necessità solo di un ben determinato percorso o addirittura di nessuna cura. 

C’è un rapporto tra accanimento e amore? Insomma, quando l’oggetto è il male, non è forse giusto essere accaniti? Quando ci si accanisce contro una malattia per scoprirne le cause, per salvare una persona, il medico può anche dare più di quello che gli è richiesto: è un accanimento buono, e magari ce ne fosse tanto! Bisogna star atte

nti agli effetti negativi dello spauracchio dell’accanimento «cattivo», che può portare a desistere dalle cure quando c’è ancora una speranza e far cessare l'accanimento «buono».

 

 

 

Il sentimento

Non si capisce la parola accanimento, se non si è appassionati di qualcosa, in particolare del proprio lavoro o di una persona; a quanti di noi è capitato di accanirsi per riuscire in un esame o in un esperimento… o in un’impresa difficile?. Di fronte a una difficoltà – se ci si tiene ad un risultato – accanirsi è un bene; ma si deve far molta attenzione erché il nostro accanimento non diventi una fissazione o un eccesso di cure inutili fatto magari per paura di venir accusati di aver tralasciato qualcosa magari solo formale: bisogna darsi dei limiti, per non nuocere ad altri. 

 

 

Link esterni

Catechismo chiesa cattolica

 

 

Come citare questo articolo:

Bellieni C: Accanimento. In Glossario di Bioetica. Available at the following URL: http://cms.glossario.webnode.it/accanimento/